wedding planning
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22 febbraio 2016

Wedding Planner e Cantastorie. Il mercato se li mangia in un colpo.

Se dico wedding planner dico CAOS.

Capisco le difficoltà e la confusione che ci può essere in mezzo ad un mercato che si evolve con grande velocità e dove abbiamo almeno 3 tipi di player che si muovono in direzioni diverse:

  • Aziende SENIOR, cioè aziende che esistono da più di 20 anni sul mercato e sono abituate a meccanismi molto diversi da quelli attuali. Queste aziende hanno avuto la fortuna di nascere in un momento storico eccezionale dove hanno riempito con facilità dei vuoti e si sono posizionate velocemente e senza grandi fatiche.

 

  • Aziende JUNIOR, quelle aziende che sono nate al passaggio del millennio e avevano una visione più dinamica ma come “maestri d’impresa” hanno avuto la generazione precedente, quella che diceva: devi alzarti la mattina presto, spaccarti la schiena, fare bene il tuo lavoro e vedrai che i clienti faranno la fila fuori dalla tua porta.

 

  • Aziende START-UP, sono tutte le new entry che tra mille aspettative si sono buttate nel mondo del matrimonio. Fotografi come se piovesse, floral designer ad ogni angolo, catering a iosa, e location in ogni dove. Aggiungi trucco e parrucco e ogni altra cosa ti viene in mente. Il matrimonio è sembrato a molti l’Eden, tutti dentro perché si fanno i soldi veri! Peccato che le startup che vedo oggi lanciarsi sul mercato non hanno la benché minima idea di cosa sia un’impresa, cosa voglia dire crearsi un brand e strutturare azioni di marketing coerenti ed efficaci.

Tra le Startup più in difficoltà trovo le agenzie di Wedding Planner, anzi le trovo in completa balìa delle onde di un mercato molto agitato. Non sanno da quale porto sono salpate e non hanno la minima idea della loro destinazione. Se gli chiedi quali servizi offrono ti rispondono con le solite stupidaggini fumose.

Ma cominciamo dall’inizio.

Un po’ di tempo fa ho scritto delle WIDDING…. 

“Questa è l’ultima delle storpiature che ho sentito pronunciare da una persona che si occupa di matrimoni.
Prima c’era stato Wens Plan, poi Wending Plann e prima ancora la più bella di tutte: Wedding Planet.
E’ ovvio che c’è un problema culturale, ma credo che buona parte della colpa sia nostra.
Abbiamo un panorama professionale discutibile, dove le barriere di entrata sono inesistenti e troppo semplice appare questo mestiere. Sono contrario alle professioni contingentate e lobbizzate, ma anche all’approssimazione e alla superficialità.
Fiocchetti, tableau mariage, decoupage e cartoncini ritagliati sono le mansioni preferite da molte ragazze che confondono un ruolo con l’altro.

Confondono Art Attack con Art of Wedding.

decoupage

Facciamo così, traduciamolo in Italiano e rendiamolo più specifico.

Wedding Planner = Consulente specializzato nell’organizzazione dei matrimoni.

Così è più semplice?
Care decupagiste intagliatrici di cartoncini colorati… basta fare confusione.”

Voglio fare chiarezza e fare cultura, anche non piacendo a tutti.
Il mercato ha bisogno di professionisti, i clienti stanno premiando le aziende che offrono VALORE.

Mi capita di sentire ragazze che non sanno dove sbattere la testa per sbarcare il lunario perché non hanno affrontato il percorso nella maniera giusta, non hanno iniziato con il creare un’azienda, posizionarla sul mercato e poi iniziare a venderla.

Hanno subito riempito l’ufficio di inutili orpelli per vendere ciò che non toccava a loro vendere: sabbiette, candeline, vasetti, sacchettini e tutta la fuffa possibile che sono riuscite a trovare nel più vicino ingrosso per fioristi o all’IKEA.

Poi si finisce con il dare la colpa a due gravissime piaghe:

  • La STRAMALEDETTA CRISI (che esiste solo nella testa di chi non ce la fa)
  • La DILAGANTE CONCORRENZA (in un mercato che vede il wedding planner ad appena il 20% della quota totale)

Ma prima di parlare un minimo di autocritica ce la vogliamo fare?

 

Quanti Wedding Planner  esistono in Italia?

Dieci anni fa si aveva un certo “imbarazzo” a dire agli amici che si voleva intraprendere la carriera del wedding planner per paura di suscitare la classica risatina compassionevole: “mio Dio questo qua vive di sogni”!!!
Oggi chiunque di noi ha almeno un paio di amiche che fanno le wedding …
Evoluzione? Direi piuttosto abbruttimento.
Questo ad un primo sguardo, ma poi se facciamo una seria analisi vediamo che le cose non stanno proprio così.

Il web ci riporta migliaia di siti “aziendali” dove si pubblicizza un’agenzia, dove si parla di progetti e dove si offrono servizi di prima qualità.
Con due semplici parametri ci renderemo conto che il 90% di queste pagine non sono riconducibili ad alcuna azienda:
1- In fondo al sito non c’è una partita iva
2- Non esiste nessuna sede fisica

Parliamo delle pagine social? Migliaia di fotografie vengono postate ogni giorno, anche qui mi piace dare qualche elemento di lettura migliore:
1- Continuiamo a confondere il wedding planner con il fiorista o con l’allestitore. Basta!!!
2- Esiste un plug-in di Google che riconosce la fotografia e la collega a tutte le immagini simili, trovando spesso il vero autore! BINGO almeno la metà sono rubate o false.

totò

Infine voglio fare un veloce approfondimento sulle restanti wedding planner che almeno dal punto di vista fiscale sono ok.
Negozi di Fiori, Bomboniere, articoli da regalo, atelier, truccatrici e acconciatrici, intagliatrici di cartoncini, location manager, responsabili di banchetto sono allettate da questo mestiere e ci provano “candidamente” offrendo però un servizio nella maggior parte dei casi inadeguato e incompleto.

Tolte queste 3 macro categorie resta un numero molto più esiguo di agenzie che nascono e si specializzano sul wedding planning in modo professionale e con un approccio imprenditoriale.

Hai letto il mio articolo sul FOCUS? Se non lo hai fatto è indispensabile che gli dedichi il tempo necessario.

Focus, per non sparare al buio

 

Dopo 23 anni di impresa non posso sopportare ancora che si perda del tempo a spiegare cosa deve fare e cosa non deve fare un wedding planner, mi sembrerebbe la base minima.

Però vorrei dare dei parametri, puramente soggettivi (mica tanto), che secondo me fanno già la differenza.
IO ODIO:
1- Quelli che si rivolgono alle ragazze chiamandole “Sposine”.
2- Quelle che chiedono: “Quale è il tema del vostro matrimonio?”
3- Quelle che non vedono l’ora di scoprire quale è il fiore preferito della coppia.

ABORRO:
1- Quelle che si stampano sul viso un sorriso finto, accavallano le gambe e fanno domande a raffica tenendo in mano una cartellina.
2- Coloro che hanno bisogno di ribadire la loro professionalità rispetto agli altri
3- Quelle che riempiono di tulle il loro show-room

Infine CAPISCO POCO chi chiede di innalzare la qualità formativa ma dice che i corsi non servono.
Io direi: innalziamo la qualità formativa e abbassiamo le aspettative di chi si approccia a questo mondo!!!
Io prima di arrivare alla Laurea sono dovuto partire dall’asilo (bei tempi) e passare per diversi gradi di formazione.
Dividiamo i corsi informativi da quelli formativi e facciamo selezione a monte. Chi può insegnare e chi no.
Credo di poter dire che in ogni occasione mi sono focalizzato prima di tutto sulle difficoltà di questo lavoro aprendo le porte del “dietro le quinte” senza illudere nessuno con lucine e fiocchetti.

Dovrebbe insegnare solo chi il mestiere lo conosce e lo pratica CON SUCCESSO!!!

 

Chi mette sul mercato corsi di formazione e non ha risultati positivi dimostrabili dovrebbe essere protetto dall’UNESCO come CANTASTORIE.

Pazzesco!!!cantastorie2

Se io voglio imparare qualcosa lo faccio da chi può dimostrarmi che le cose che dice sono state applicate ed hanno avuto successo. Quindi esco dalla mia zona di comfort, mi predispongo all’ascolto attivo e mi metto in discussione perché se voglio migliorarmi di sicuro dovrò avere atteggiamenti diversi da quelli che ho avuto fino ad oggi.

Sarebbe inutile imparare tecniche non funzionanti, perdita di tempo e denaro sprecato.

Hai tempo e soldi da buttare? IO NO

Il mio impegno quotidiano vuole essere:
1- Fare una selezione naturale senza false illusioni
2- Divulgare il mio mestiere
3- Condividere le mie visioni

Il resto lo lascio ai CANTASTORIE protetti dall’UNESCO.

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9 comments

  • Simona

    Mi era quasi quasi venuta L idea di prendere in gestione una location così faccio prima!!!! 😂😀😉 concordo e staremo a vedere buona giornata

    Reply to Simona
    • Post authorRoberto Di Carlo

      Ciao Simona, potremmo scoprire che anche con le location non va assolutamente meglio. Ne vedremo gli sviluppi presto 😉

      Reply to Roberto Di Carlo
  • Francesca Brunelli

    Da più di un anno sul mercato quindi start up , trovo che il mercato nella mia regione sia limitato , poca domanda di servizi che non seguano un tema … Nessuno ti chiede buon gusto , sobrietà vogliono e scopiazzano tutto quello che di più brutto c’è sul web, io ho iniziato con un idea ben precisa, cerco e offro servizi di qualità non seguendo la moda pantoni colori 2016 ….vedo che è una strada in salita ma puntando al bello e non alla moda cerco di fare capire il mio messaggio … Ambiente anche becero dove tutti parlano male di tutti , come mai ? So che non si può piacere a tutti e sarà dura ma mi impegnerò per fare capire che le mode passano veloci il buon gusto e il bello rimane per sempre ! Poi non ne parliamo di fiere ed eventi legati al Wedding ….

    Reply to Francesca Brunelli
    • Post authorRoberto Di Carlo

      Ciao Francesca in quale territorio operi con la tua azienda? E di cosa ti occupi di preciso?

      Reply to Roberto Di Carlo
  • Francesca Brunelli

    Ciao la mia azienda si occupa di organizzare matrimoni o eventi legati al territorio ..e sono in Emilia Romagna ma ho avuto occasione di lavorare anche fuori regione … Odio dire che sono Wp trovo giusto parlare di consulenza o altro piuttosto ….

    Reply to Francesca Brunelli
  • LIASERRA

    concordo pienamente con tutto ciò che dice, essere WP non è incrociare due fiori, fare dei fiocchi sui tovaglioli, essere WP significa avere ottime capacità comunicative, padronanza del linguaggio, cultura generica, spiccate doti organizzative, deve essere brava a guidare, perchè per fare i sopralluoghi gira le regioni anche se piove, avere tanta pazienza, tanta forza fisica e spirituale e si perchè una WP, almeno in fase di start up come lo sono io, non può permettersi molti collaboratori e passa da scarpe basse a tacchi a spillo ad essere scalza, dopo la festa bisogna smontare gli allestimenti. la WP è la prima che arriva e l’ultima che va via…..una vera WP non si improvvisa ma si specializza, si aggiorna, gurda le novità si confronta con il mondo, con la moda, con l’arte, con il cibo, con tutto ciò che può arricchire la mente e i sentimenti, essere WP significa essere un professionista, ma non è per nulla facile, ma arrendersi non serve a nulla….lotterai, l’otterrai, lo terrai!

    Reply to LIASERRA
  • Claudio

    Salve!io opero da piu di 20 anni nel mondo della fotografia. Azienda Senior e concordo in tutto quello che dite. Il problema e’ che se avessi 800 matrimoni alle spalle(piu o meno)potrei definirmi wedding specialist? Mi definisco fotografo nonostante conosca la “sceneggiatura” del matrimonio, i tempi, non gli attori, non le location, non i fiori , non i colori . Un wedding planner puo’ diventare anche un regista ma deve avere esperienza e sopratutto deve avere dei clienti che lo vogliano. Quindi la mia domanda e’: Cosa e’ un Wedding Planner? Sempre piu improvvisazione nelle start up camaleontiche, sempre meno diritti alla Senior. Per fortuna quest’ anno il lavoro non manca e non guardo piu’ queste figure professionali: Io vado per la mia strada!

    Reply to Claudio
  • antonella cosentino

    sono una weding planner ormai da anni , ma oggi mi vergogno essere chiamata wedding plannere per tutta una serie di motivi da voi elencati!!mi definisco una event designer cioè mi occupo del progetto dell evento , matrimonio, compleanno , party , battesimo, comunione etc , restano sempre degli eventi.basta perline tulle e tutto ciò rende difficile il lavoro degli operatori, con centro tavola carichi di fiori, e confettate idem!! troppi fiori rendono l ambiente puzzolente che supera il gradevole odore del buon cibo! mi è capitato di eventi dove il committente ha scelto centrotavola da € 200, ma beveva vino locale!!grande controsenso!! basta con decorazioni inutili un po’ di sobrietà non farebbe male!! certo la coreografia è importante ma fatta con criterio!! colpa di migliaia di corsi con docenti incompetenti!! certo dopo 5 giorni di corso non si possono definire né wedding planner né event designer!! fiorai fate i fiorai!! fioristi fate i fioristi!!negozi di bomboniere pensate a vendere i vostri prodotti non vi azzardate in confettate !! ad ognuno il suo compito!!Scusate è uno sfogo ma è la pura verità!

    Reply to antonella cosentino
    • Post authorRoberto Di Carlo

      Ciao Antonella,
      di confusione ce n’è in abbondanza e da 10 anni stiamo cercando con tutti i canali possibili di condividere la nostra visione imprenditoriale.
      Non pretendiamo che sia l’unica ma ad oggi sembra essere la sola a funzionare in ogni territorio, con diverse personalità ad interpretarla e in tempi molto lontani tra loro. Questo ci sembra che ci autorizzi a pensare che sia una visione funzionante secondo due criteri fondamentali nell’impresa: REPLICABILITA’ (quindi modello scalabile) e REDDITIVITA’ (quindi un lavoro remunerativo).
      Onestamente non mi vergogno a definirmi un Wedding Planner, e non credo di leggere questo sentimento nel mio team o nelle persone che si sono formate con noi. La considerazione che faccio è su un aspetto: mollo o combatto. Io decido di combattere perchè questo settore abbia una sua dignità professionale. Concordo pienamente sul tempo necessario per potersi formare adeguatamente ma anche sulla grande approssimazione che esiste nel campo della formazione professionale. Proprio in questi giorni abbiamo ratificato un importante accordo con ConfCommercio e WPI proprio per creare un polo formativo serio e accreditato da enti che non spenderebbero la loro storia in progetti farlocchi.

      Reply to Roberto Di Carlo

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